Un dettaglio della cover di Carisma.

Dobbiamo ammetterlo: ci siamo cascati. L’anno scorso di questi tempi avevamo chiacchierato con Fabio Guaglione, la mente creativa dietro il progetto Quarantine Prophets, al momento declinato attraverso un fumetto e un romanzo ambientati in USA, in una struttura di contenimento ideata per racchiudere i profeti, ovvero persone che di colpo hanno visto apparire poteri speciali. una classica storia di supereroi e superpoteri, no? Beh, no. O almeno, non solo.

Fabio ci aveva avvertito di attenderci qualcosa di diverso dai capitoli successivi, ma abbiamo preso troppo sotto gamba il suo avvertimento. Carnivalia e Carisma, i due nuovi capitoli del Guaglioneverse (come lui stesso l’ha definito nell’intervista) anno ribaltato completamente le nostre aspettative. Niente più supereroi e superpoteri (anche se forse, qualche dettaglio…), ma due storie perfettamente incastonabili in altri generi e leggibili a sé. Carnivalia è una solare avventura teen in cui un’antica manufatto trasforma una festa in maschera in un clamoroso mix di generi in cui non manca nulla, dai cowboy agli zombie. Carisma invece è un thriller dai tratti più oscuri, in bilico tra fede e religione, credenza e razionalità; le risposte sono lì fuori, ma ciascuno crede alle sue. E i profeti dello scorso anno?

Colti alla sprovvista, abbiamo bussato ancora una volta alla porta di Fabio con la testa piena di domande. 

Ciao Fabio, bentornato sulle pagine di Players. Come sono andati questi mesi dall’uscita di Quarantine Prophets?

Mesi intensi… in cui come al solito ho lavorato su diversi progetti, diversi media. In mezzo è uscito anche un film in cui ho co-firmato il soggetto, Il mio nome è vendetta, che è diventato il 9^ film non-inglese più visto nella storia degli original Netflix, un librogame basato su un film che ho co-scritto e co-prodotto, Ride… e, beh,  altri fumetti!

Nelle scorse settimane sono usciti Carisma e Carnivalia, altri due tasselli del tuo mosaico. Come li descriveresti?

Direi che Carisma è un thriller-investigativo esoterico, in cui il  tema della possessione demoniaca viene sviscerato attraverso la contrapposizione interpretativa – e valoriale – tra fede e scienza. Carnivalia è un’avventura in pieno stile anni 80, in cui un antico manufatto magico diventa occasione di riflessione su quale differenza ci sia tra noi stessi e la maschera che scegliamo di indossare a lavoro, nelle relazioni, per vivere ogni giorno  insomma.

La copertina di Carnivalia

Devo dire che sono rimasto un po’ spiazzato durante la lettura, perché i collegamenti col resto dell’universo narrativo sono abbastanza labili. Me lo avevi anticipato nella nostra intervista precedente, ma sono rimasto comunque sorpreso. Quali sono stati i motivi dietro questa decisione?

La cosa che mi diverte è vedere le teorie che si stanno formando per capire come sono connessi Quarantine Prophets, Carisma e Carnivalia. Una delle più interessanti è quella secondo cui Erik – di Carisma –  in realtà sia un profeta, ovvero uno degli individui prodigiosi di Quarantine Prophets… posso spoilerare che… anzi no, non lo spoilero. 🙂Fin dall’inizio con Panini Comics ci siamo posti una sfida: raccontare un universo narrativo composto da storie che fossero appunto tasselli di un mosaico… ma ogni lettore può appassionarsi al suo tassello senza dover conoscere per forza il mosaico completo. Da qui, l’idea di raccontare storie diverse non solo per contenuto ma anche per generi, tono, registro… e anche formato, nel senso che ogni storia avrà un suo romanzo. Quello di Quarantine Prophets è uscito, ed è una vera e propria espansione rispetto alla trama contenuta nella graphic novel. Senz’altro un’impostazione molto ambiziosa, che forse ha bisogno anche di tempo per essere digerita. Sono molto curioso di capire come sarà accolto il quarto volume… di cui non abbiamo svelato nemmeno il titolo per ora.

Devo ammettere che passato la spaesamento, la curiosità per il prossimo volume, quello che dovrebbe collegare i diversi angoli dell’universo narrativo, è decisamente aumentata. Puoi darci qualche indizio di cosa stai preparando?

Sento la pressione! Scherzi a parte, abbiamo fatto una scelta audace. La connessione… non si può capire, né indovinare (indizio: a meno che uno non sia un mio hard-core fan che mi segue da tempo…) Il modo in cui abbiamo collegato le storie potrebbe deludere o entusiasmare a seconda di cosa uno si aspetta o quanto abbia voglia di essere, ulteriormente spiazzato. Come indizio posso dire che… non c’è nessuna connessione nelle tre storie… ma che la connessione è proprio nelle storie! 

La copertina di Carisma

Carnivalia e Carisma sono due volumi e due racconti piuttosto diversi tra loro. Puoi raccontarci la loro genesi?

Lavoro costantemente su una molteplicità di concept, per fumetti, romanzi, film e serie tv, a volte passando un’idea da un formato all’altro, cambiandogli incarnazione. Sono molto protettivo verso le idee, e vorrei che ognuna di esse prendesse vita, in qualche forma. In questo senso, sia Carisma che Carnivalia vengono da molto lontano.

Carisma è un’idea che ebbi molti anni fa, dopo aver letto un libro sugli esorcismi e aver visto un film che si chiama L’esorcismo di Emily Rose. Mi aprì gli occhi sul fatto che la tematica abusata della possessione si poteva affrontare non solo da un punto di vista horror.. ma anche legale, drammatico, medicale. Da qui, l’intuizione: allora perché non creare una specie di duo alla Mudler & Scully le cui indagini si focalizzino sullo spirito? Una sorta di “X-files dell’anima”. Al duo poi aggiunsi un terzo incomodo, un ragazzo che – a seconda di come la si vede – può essere considerato un indemoniato, o dotato di poteri Esp. Questo aggiunge una componente quasi supereroistica nel classico impianto horror. Nel 2005 fu sviluppato per una casa di produzione per diventare una serie tv…. una cosa che non è successa… almeno finora!

Carnivalia invece è uno dei tanti soggetti elaborati assieme a Fabio Resinaro, co-regista di Mine. Nasce come idea per un film, ma molto costoso. Quindi nel frattempo mi sono detto: perché non farlo diventare un fumetto spettacolare? L’intento è sempre stato quello di raccontare un film d’intrattenimento unico… visto che la premessa della storia permette di mischiare cowboy, zombie, supereroi, maghi, alieni e chi più ne ha più ne metta… una sorta di Notte al museo sotto steroidi che però portasse anche un’allegoria riguardo il fingersi qualcun altro, l’indossare una maschera appunto. Devo dire che alla fine la storia del fumetto è molto simile a quel soggetto scritto molti anni fa con Resinaro, basandoci su una sua idea. Mi sono divertito molto a sceneggiarlo. 

Mi colpisce molto la dimensione di gruppo di questo progetto: al tuo fianco hai sempre il supporto di autori con cui condividi creazione, soggetto e sceneggiatura. Come funziona questo processo creativo?

Lavoro  prettamente nell’audiovisivo e quindi il lavoro di squadra è fondamentale.. certo qui tra fumetti e romanzi  l’abbiamo moltiplicato all’ennesima potenza! Risulta difficile rispondere a questa domanda, visto che a seconda del progetto e del team, il processo creativo è diverso. Soprattutto sulla scrittura. Forse posso dire che su tutti i volumi la costante è che ho lavorato come uno showrunner lavorerebbe su una serie tv. Su alcuni volumi sono stato più coinvolto nella scrittura, su altri meno. A livello di mole, intendo… non di attenzione o cura. Discorso diverso invece  per i disegni. Ho rotto le palle a tutti i disegnatori in maniera uguale. Cioè: tantissimo!

Fabio Guaglione

Tra Carnivalia e Carisma c’è una netta differenza anche dal punto di vista artistico. Bruno Frenda su Carnivalia ha un approccio molto supereroistico e uno stile “americano”, mentre Lorenzo Zaghi su Carisma ha un disegno decisamente più peculiare e più “oscuro”. Differenzi in qualche modo la tua scrittura sulla base dell’artista a cui ti rivolgi?

Mmm. Domanda complicata. Direi che mi viene da differenziare il tipo di scrittura a monte, a seconda del tipo di progetto e, di conseguenza, scegliere il disegnatore. A memoria, modifiche in base ai disegni sono avvenute per cose minori, ovvero ri-distribuzione di baloon, eccetera. 

Trovo affascinante la direzione presa dal progetto, non avevo visto arrivare queste svolte così lontane dai primi due capitoli. Avevi in mente questo percorso da subito?

Nel bene e nel male, sì. A volte mi dico: forse sarebbe stato più semplice creare quattro volumi di Quarantine Prophets per aumentare il pubblico su una singola serie e poi lanciare le altre, in caso di successo. Ma sia io che Panini abbiamo voluto fare qualcosa di insolito, di coraggioso, carico, davvero, di immaginazione. Anzi, sono stati proprio loro a chiedermi, “ti va di creare un Guaglioverso?” Ma un nerd come me come avrebbe potuto mai dirgli di no?

Mi è piaciuto molto però ritrovare il tema di fondo, quello del cambiamento che avvolge il mondo. In Carnivalia è più esplicito, ma abbiamo fazioni ben più definite intorno al modo di intendere il cambiamento. In Carisma è tutto più sfumato, scienza e fede si osservano e ciascuna delle due ha bisogno di cambiare il proprio sguardo verso l’altra per arrivare a una risoluzione. È così difficile accettare il cambiamento?

Mi piace molto questa domanda, perchè presuppone una riflessione profonda che il punto di partenza e di arrivo non solo di queste storie, ma di ogni storia. Il cosiddetto “viaggio dell’eroe” che funziona da archetipo per le strutture narrative – soprattutto cinematografiche – si basa proprio sulla trasformazione del protagonista che appunto passa da un mondo ordinario ad un mondo straordinario, per poi tornare a casa con un “elisir” che altro non è se non la lezione che ha imparato, ovvero il cambiamento che ha apportato dentro sè stesso. C’è qualcosa di primordiale nel cambiamento, di essenziale. Tutti i movimenti filosofici e religiosi parlano in forme diverse della trasformazione della coscienza. E la materia stessa? Non è forse stabilito che “tutto si trasforma”? Per questo le storie risuonano così tanto nell’animo umano. Perchè è come se ci riconoscessimo in qualcosa che conosciamo bene, sia la nostra parte fisica che quella meno tangibile.

La copertina di Quarantine Prophets. Epifania.

Nella scorsa chiacchierata mi avevi accennato a sei pezzi del puzzle. Ne abbiamo avuti quattro, uno è annunciato… cosa manca? E concluso questo primo ciclo, cosa ci aspetta?

In realtà all’epoca avevo detto “sei” perchè non si poteva ancora dire del quarto fumetto. Quindi in totale sono sette, cioè quattro volumi a fumetti e tre romanzi… 

Cosa ci aspetta in futuro dipende anche da come sarà accolto questo grande ciclo. Al giorno d’oggi non è semplice emergere tra grandi marchi Dc Comics, Marvel, Disney, Manga… per titoli come i nostri è necessario il supporto del passaparola, del supporto social, delle partecipazioni agli eventi. 

Come ti trovi nei panni di sceneggiatore di fumetti? Inizi a sentirti comodo? Pensi di fermarti su questo medium ancora un po’, o hai intenzione di riprendere quel percorso di esplorazione che ha caratterizzato la tua carriera?

Di sicuro continuerò ad esplorare. Quest’anno dovrebbe anche – finalmente – uscire un gioco per Playstation, Xbox e PC di cui ho curato la storia assieme agli sviluppatori… un’esperienza davvero tosta e istruttiva. 

Su questo medium mi fermerò ancora un bel po’ di sicuro, perché è appena uscito Mr.Evidence volume 1 per Sergio Bonelli… ed è una miniserie di 8! 

Amo il cinema, è una forma espressiva che permette di coninugare diversi linguaggi: la scrittura, la fotografia, la musica… ed è il risultato di un’enorme carovana di persone che si mette in moto per realizzare una visione. Bellissimo.

Però… cosa ti devo dire. Ho imparato a leggere a cinque anni su un numero de Il giornalino dell’uomo ragno. Ho collezionato fumetti tutta la vita. Durante le elementari e le medie prendevo i fogli A4 e li piegavo, pinzandoli, disegnando dentro una cinquantina di numeri di una serie di supereroi che avevo chiamato “Power Masters”. Mi viene in mente una frase che ho sentito dire da Todd McFarlane. Diceva che, sì, ok, è diventato uno dei disegnatori più famosi del mondo con Spider Man, infrangendo record su record, ha fondato l’Image, poi dalla sua creazione Spawn hanno realizzato un film, cartoni animati… e lui ha aperto una toycompany che è diventata la più importante del mondo in termine di action figure… “but in the end, I’ll always be a comic book guy.” Ecco. Credo che qualsiasi cosa farò nella vita, io  in fondo sarò sempre un comic book guy.

 



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , , ,
Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

Similar Posts
Latest Posts from Players